50° Congresso Nazionale del Notariato: intervento del Presidente del Consiglio dei Notariati dell’Unione Europea

“A volte i governi addebitano ai notai situazioni da loro stessi create: se le regole dell’urbanistica diventano incomprensibili, non si può rimproverare ai notai di metterci troppo tempo ad applicarle!”

Nell’articolo la trascrizione integrale dell’intervento di Jean Tarrade.

[Per gentile concessione della redazione RUN – Rete Unitaria del Notariato]

Signore e Signori rappresentanti delle Alte Autorità,

Signor Presidente,

Cari Colleghi,

È con grande gioia che sono qui, oggi, al congresso del Notariato italiano che si celebra in questa bella città di Milano e che ritrovo tanti cari amici.

È anche un onore potermi esprimere davanti a voi.

Ho letto il programma del vostro congresso estremamente ricco di temi e di relatori. Vedo che le preoccupazioni dei colleghi italiani sono molto simili a quelle dei notai di tutta Europa.

Grazie agli incarichi da me assunti, prima di Vice-Presidente e in seguito di Presidente del CNUE, ho avuto l’occasione di viaggiare molto, di incontrare i notai e anche le loro istituzioni e autorità di tutela. Dall’inizio del mio mandato sono stato ricevuto da sei Ministri della Giustizia e da questi incontri ho tratto numerosi insegnamenti.

Nell’Unione Europea, i ventidue notariati sono sempre più interconnessi fra di loro. I notai collaborano insieme, utilizzano per esempio EUfides, il nostro cloud sicuro e protetto, si scambiano informazioni sui rispettivi ordinamenti, partecipano a corsi di formazione e ad eventi comuni. Si sta creando, poco a poco, un’identità di notaio europeo al pari dell’identità di cittadino europeo.

Infatti la legge europea, nonostante non sia ancora armonizzata, diventa sempre di più legge nazionale, sia che essa discenda da regolamenti immediatamente applicabili su tutto il territorio dell’Unione, sia che essa risulti dal recepimento delle direttive europee negli ordinamenti nazionali.

I notariati utilizzano ormai strumenti di informazione comuni per informare i cittadini sui diritti nazionali. Mi riferisco a tutte le schede multilingue di informazione che abbiamo pubblicato su Internet.

I notai europei si scambiano sempre di più le “buone pratiche”, sia nell’ambito del CNUE, sia in altri contesti. In Europa, fra i notariati, esistono molte cooperazioni bilaterali o multilaterali, e spesso anche fra i consigli notarili locali, come nel caso dei gemellaggi.

Purtroppo, ovunque i notariati europei si trovano a dover affrontare ripensamenti. Tali ripensamenti sono a volte minimi, ma a volte assumono maggiore ampiezza.

L’origine e le motivazioni sono diverse da un paese all’altro.

Alcune giustificate, altre no.

Ogni Notariato dell’Unione ha dei punti forti e dei punti deboli. Nessuno è perfetto.

Ma lo devo dire, alcuni di questi attacchi sono fondamentalmente ingiusti.

A volte i governi addebitano ai notai situazioni da loro stessi create: se le regole dell’urbanistica diventano incomprensibili, non si può rimproverare ai notai di metterci troppo tempo ad applicarle! Da tutto questo traggo diverse conclusioni.

– I notariati europei si rafforzano quando lavorano in stretta collaborazione con il proprio Ministero e quando riescono ad ottenere competenze che li avvicinano ai giudici. Al riguardo gli esempi ungherese e tedesco sono molto interessanti.

– I notariati europei si rafforzano quando valorizzano la consulenza data ai clienti piuttosto che un parere formale. La consulenza presuppone conoscenze e reale esperienza che il robot o il non notaio avrà certamente difficoltà ad uguagliare.

– I notariati europei devono saper accogliere i giovani. Alcuni paesi dell’Unione Europea favoriscono l’ingresso di nuovi notai, altri lo frenano. Tuttavia penso che l’aumento sproporzionato del numero di notai in Italia non sia ragionevole. Bisogna raggiungere il giusto equilibrio.

– I notariati europei debbono impegnarsi seriamente nella dematerializzazione. I 22 membri del CNUE hanno adottato posizioni molto diverse. Alcuni notariati sono stati lungimiranti, forse, addirittura, hanno assunto dei rischi. È il caso del Notariato italiano, e, in questa giornata di congresso nazionale, mi sento in dovere di esprimere le mie congratulazioni.

– I clienti non sono più disposti ad aspettare. Dematerializzare significa guadagnare tempo.

Bisogna tuttavia mantenere la padronanza dei nostri strumenti. Da due anni osservo che un Notariato che semplifica le proprie attività è un Notariato rafforzato. Un Notariato che invece subisce una dematerializzazione imposta è un Notariato indebolito.

– I notariati che organizzano incontri con il grande pubblico hanno generalmente un miglior indice di popolarità rispetto a quelli che non vanno mai incontro ai cittadini. Bisogna saper anche uscire dal proprio studio! Credo dunque che i notariati europei debbano saper andare avanti, aver fiducia nel futuro, essere una forza propositiva. Senza dubbio, nell’Unione Europea c’è posto per un Notariato moderno.

A Bruxelles ne siamo consapevoli. Riflettiamo insieme su tali difficoltà e insieme elaboriamo le soluzioni per superarle.

So che il Notariato italiano ha davanti a sé un bell’avvenire perché sa dialogare con la sua amministrazione di tutela ed è decisamente rivolto verso il futuro.

È nell’ambito del CNUE che ho incontrato Paolo Pasqualis che frequenta il CNUE da molti anni, addirittura dalla sua creazione. Era quindi naturale che un giorno fosse lui ad assumerne la presidenza. Lo farà nel 2016 e me ne rallegro.

L’anno 2015 volge ormai alla fine e per me è stato un vero piacere lavorare con lui. Ci siamo confrontati insieme su numerose tematiche. Ho voluto coinvolgerlo nei grandi orientamenti, perché quello che manca spesso alla direzione di questo tipo di istituzione, è proprio la continuità di governo.

Per quanto mi riguarda personalmente, pensavo di conoscere bene il CNUE prima di esserne il Presidente. Per molti anni sono stato membro del gruppo di lavoro sul diritto dei contratti, in seguito ho partecipato alle assemblee generali come rappresentante eletto dal Notariato francese e infine, come Vice-Presidente, nell’anno 2014.

Ma ho davvero capito cosa fosse il CNUE solo grazie ai miei viaggi settimanali a Bruxelles, alla mia partecipazione ai gruppi di lavoro del CNUE e a tutte le riunioni politiche di alto livello che la rappresentanza del Notariato francese e l’ufficio del CNUE hanno organizzato per me a Bruxelles e negli Stati membri.

Ho veramente recepito cosa fosse il CNUE quando, ogni settimana, ho dovuto fare degli arbitrati soppesando sempre le varie forze presenti, facendo attenzione a non urtare nessuno dei ventidue notariati, a non irritare nessun funzionario o capo di gabinetto e a rispettare le volontà politiche degli uni e degli altri.

Il lavoro di Presidente del CNUE è un lavoro di funambulo.

Al CNUE le cose evolvono velocemente, e le difficoltà arrivano quando meno le si aspettano.

È importante essere sempre a conoscenza dell’attualità dei notariati e degli Stati membri.

Ed infine, l’attualità dell’Unione Europea non è certo la più difficile da seguire! Anzi.

La Commissione è un’enorme macchina ma ha una sua logica e raramente se ne allontana.

Lo staff del CNUE, tutte persone di grandi qualità, la conoscono bene e dispongono di buoni contatti.

Invece… il Parlamento Europeo, il Consiglio dell’Unione Europea, i gruppi di pressione in conflitto, i ripensamenti dei notariati sono ben altra cosa. In quel caso le partite si giocano dappertutto in Europa, nelle capitali ma anche in luoghi inattesi che ospitano conferenze internazionali o incontri di formazioni politiche.

In tale contesto, conviene essere consigliati bene e disporre di un team capace e mobile.

Il Presidente del CNUE è il navigatore del Notariato Europeo in un cielo carico di intemperie… e la mappa è larga! Alcuni di voi lo sanno, il posto di Segretario generale del CNUE sarà rinnovato il 20 novembre. In occasione dell’Assemblea generale del CNUE, i Presidenti dei notariati sceglieranno fra cinque candidati.

Nel periodo ad interim, dopo la partenza della Segretaria generale, ho chiesto ai due funzionari del Notariato francese presenti a Bruxelles, di mobilitare la squadra e lavorare per agevolare i compromessi fra i notariati membri. C’erano troppe tensioni inutili, troppe incomprensioni.

L’ufficio del CNUE necessitava di maggior attenzione sia riguardo allo staff che ai vari progetti.

Siamo ben lontani dall’aver finito tutto, ma non rimpiango quanto è stato fatto.

Caro notaio Pasqualis, Signor Presidente del Notariato italiano, con il mio team francese, vi offriamo un CNUE dinamizzato. Il Notariato italiano avrà tutte le carte necessarie per assumere una bella presidenza del CNUE.

Sono felice di averlo fatto per i notai d’Europa. Son felice di averlo fatto anche un poco per voi: perché quando si lascia ad un amico una casa che si è amata, la si lascia in uno stato migliore rispetto a come la si è trovata. La si abbellisce prima di chiudere la porta e di affidargli la chiave.

Mi rimane ancora un mese e mezzo di Presidenza, ed è sempre l’abbellimento del nostro edificio comune che guiderà ogni mia azione.

Auguro a tutti un eccellente congresso e rivolgo i miei migliori auguri a tutti i notai italiani e ai loro collaboratori nella lotta che insieme portano avanti per difendere il servizio pubblico notarile in Italia….

Vi ringrazio.

Jean Tarrade