L’intervento di Mario Mistretta, Presidente della Cassa Nazionale del Notariato, al 52° Congresso Nazionale del Notariato del 12-13-14 Ottobre 2016 a Palermo.
Un saluto alle autorità presenti, alle colleghe e ai colleghi.
Nelle prime pagine di AUT AUT Kierkegaard scriveva “immagina un capitano sulla sua nave nel momento in cui deve dare battaglia; forse egli potrà dire, bisogna fare questo o quello; ma se non è un capitano mediocre, nello stesso tempo si renderà conto che la nave, mentre egli non ha ancora deciso, avanza con la solita velocità …cosi anche l’uomo se dimentica di calcolare questa velocità, alla fine giunge a un momento in cui non ha più la libertà della scelta, non perché ha scelto ma perché non l’ha fatto”.
Alla fine del secondo decennio del secolo nuovo ci accade di sperimentare, con fatica, la consapevolezza che tutto quello che circonda la nostra professione non può non essere che una questione di scelte: scelte nostre, scelte di altri. È un percorso accidentato e reso più arduo dalla difficoltà di interiorizzare, in modo definitivo, la distanza tra il mondo compatto del novecento e l’universo frammentato della globalizzazione del secondo millennio. La polarizzazione della ricchezza, il rischio del ceto medio di essere tra gli sconfitti della globalizzazione, la trasformazione delle diseguaglianze in esclusioni registrano una crisi radicale tra capitalismo digitale, welfare e democrazia rappresentativa. Questa crisi è il fiume carsico, è il fiume nascosto che percorre oggi la nostra società. Anche l’esperienza peculiare del Notariato non è fuori da questo perimetro. Lo verifichiamo su due versanti speculari: la nostalgia per un nostro passato felice e la preoccupazione per un futuro temuto perché inaffidabile e ingestibile. Vi è fra di noi una diffusione epidemica di nostalgia, quale meccanismo di difesa per una continuità desiderata contro la discontinuità del mondo frammentato della globalizzazione. Tutto ciò rischia di renderci paurosi e immobili, senza scelte. Temiamo di perdere la sicurezza di un ruolo che lo Stato ci ha affidato. Ma tutto ciò deve essere una sfida per noi, per la nostra intelligenza, per le nostre capacità di donne e uomini coraggiosi. Questo congresso è coraggioso, questo congresso è aperto: guarda al presente verso il futuro, non ne ha terrore. Nella slide che compare dietro vi è registrato il grado di fiducia che il Paese ha nei nostri confronti. La slide rappresenta in maniera sintetica un sondaggio effettuato da SWG nella scorsa primavera. Quel risultato dà conto di un ruolo riconosciuto al Notariato: quello di essere centro aggregante di fiducia. È un patrimonio importante che deve essere alimentato. Occorre una rinnovata capacità a leggere i segni dei tempi. Occorre costruire ponti tra il presidio di legalità proprio della nostra professione e un mondo digitale in cerca di certezze e fiducia per i diritti e con i diritti. Il dialogo tra algoritmi e uomini può trovare in noi un luogo di rigorosa empatia e di mite flessibilità nella tutela dei diritti, anche quelli fondamentali. A noi compete il coraggio di avere parole convincenti per tutti i segmenti della nostra società: per i problemi e i diritti delle persone e delle famiglie, per i problemi e i diritti delle imprese, sia quelle con modalità organizzative semplici, sia quelle con modalità organizzative sofisticate. La nostra autorevolezza, nell’interpretazione e applicazione del diritto societario, e le nostre prassi euristiche possano essere di esempio per estendere quella autorevolezza, dimostrata, anche in altri settori, come in quello del mondo digitale oggetto delle tavole rotonde del nostro congresso. Coraggio e intelligenza ci devono soccorrere in questo itinerario, per essere nel nostro Paese e con il nostro Paese, con le sue virtù e con le sue difficoltà. Dall’angolo visuale del nostro Ente previdenziale, prospettiva che mi compete, è essenziale una visione del nostro futuro. l meccanismi della previdenza impongono percorsi che guardano al futuro. I bilanci attuariali da numeri prospettici si devono trasformare in mete raggiungibili, attraverso itinerari da sostenere con determinazione. Le difficoltà dello Stato, di cui siamo parte, nei confronti della globalità pervasiva di internet delle cose impongono anche a noi un’attenta riflessione Dobbiamo avere la capacità di riconoscerci e farci riconoscere come una piattaforma virtuale nella quale innestare sicurezza e certezza alle semplificazioni digitali nella circolazione dei diritti. Occorre per noi una prospettiva timotica. Quello che dobbiamo evocare e praticare è il thymos di Platone: il coraggio e l’ardore di essere riconosciuti e apprezzati per i nostri meriti, per le nostre capacità, per una nostra profonda inclinazione a dare sicurezza e fiducia. Siamo preoccupati. Le recenti vicende sulla legge della concorrenza inducono incertezza. I decisori politici sembrano andare in una direzione diversa rispetto a quel riconoscimento. Il potenziale aumento numerico dei Notai, non collegato a dinamiche economiche, appare una risposta radicalmente inadeguata alla esigenza di valorizzare il nostro ruolo di presidio di fiducia e di certezza. La legge sulla concorrenza, invece di rispondere alle esigenze di una intelligente semplificazione del Paese senza rischi per i diritti, è diventata espressione di una egemonia culturale, rafforzata dalla crisi epocale che abbiamo subito: l’egemonia culturale “della necessità” sostenuta dal pensiero neoliberale. La legge sulla concorrenza appare esempio emblematico di professione della religione neoliberista. Tutto ciò accade nonostante i suoi errori e nonostante il paradosso delle sue responsabilità sulla crisi stessa. Il criterio razionale che misura causa ed effetto, costi e benefici è diventato una sorta di superstizione che non viene superata dalla forza della vita reale.
L’egemonia culturale della necessità si fonda su numeri, su percentuali, non su idee. Il tutto si traduce in rapporti matematici, in parametri finanziari. I parametri diventano sentenze inappellabili: sintesi simbolica di un pensiero che non ha bisogno di essere giustificato. Un pensiero che è sovraordinato alla politica. Una egemonia culturale che diventa politica senza stato, senza comunità, senza popolo, senza giudizio elettorale. l parametri diventano l’alfa e l’omega di questa società smemorata, le sue colonne d’Ercole postmoderne. Il tutto diventa il tempo dell’indecifrabile. Contro tutto questo, con chiarezza, dobbiamo manifestare la forza delle nostre idee coraggiose. Da questo congresso deve emergere la consapevolezza che il futuro del Notariato non si declina nel sogno. Non vi è nessuna zona di confort dove gli unici suoni sono i nostri. Non vi è nessuna sala di specchi dove le uniche visioni sono il riflesso delle nostre immagini. Il confronto con la realtà e il mondo di internet non può essere eluso. Dobbiamo avere un imperativo: see change. Comprendi il cambiamento. Il sistema Notariato deve diventare lo smart veicolo col quale tutelare la certezza dei diritti diffusi nell’orizzonte degli eventi digitali.
Questa è la sfida che dobbiamo cogliere senza paure. Siamo coraggiosi.
Grazie. Viva il Notariato.
Viva L’Italia.
Mario MISTRETTA
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