Intervento del Notaio Paolo Pedrazzoli – Presidente dell’Associazione Sindacale Nazionale Notai in Pensione – al LIV Congresso Nazionale del Notariato.
Saluto alle Autorità
Questo Congresso è dedicato al principio di legalità nella considerazione condivisa che la sua tutela e riaffermazione nei più diversi aspetti della nostra realtà sociale è garanzia del sistema paese; a questa tutela e applicazione il Notariato ha sempre dato un importante contributo e rinnova il suo impegno per il futuro. Nel Congresso viene altresì celebrato il centenario della costituzione della Cassa Nazionale del Notariato che per un secolo ha svolto nel rispetto del patto tra generazioni di Notai e del principio di solidarietà la funzione di previdenza e di assistenza.
La Cassa ha saputo superare grandi crisi quella successiva alla 1° guerra mondiale, quella del 1929, quella del periodo bellico della 2° guerra mondiale e da ultimo la crisi iniziata nel 2009 che non può oggi dirsi superata e che anzi, a giudizio di autorevoli economisti non solo non da alcun segnale di miglioramento ma potrebbe anche aggravarsi.
In questo contesto la Cassa ha comunque presentato per l’esercizio 2018 un bilancio ancora solido e dimostrativo della sua capacità di svolgere le sue funzioni istituzionali.
Il patrimonio netto è superiore di 2 punti rispetto al livello minimo di garanzia richiesto dalla legge (5 annualità delle pensioni) e il risultato della gestione corrente previdenziale e assistenziale è positivo con un avanzo di 85.600 Mil. a fronte di entrate contributive di 293.000 Mil. e di prestazioni di 208.000 Mil. che permette di affrontare e sostenere il disavanzo ammontante a 14.500 Mil. della gestione patrimoniale su cui viene appostato il pagamento dell’indennità spettante ai Notai che cessano l’esercizio delle funzioni ammontanti a 37.000 Mil..
La gestione del patrimonio nella sua componente immobiliare sia in proprietà diretta sia in proprietà indiretta rappresentata dai fondi immobiliari dedicati continuano a presentare notevoli difficoltà.
Si tratta di difficoltà oggettive che derivano dalla particolare composizione di questa proprietà immobiliare che è in larga parte formata da unità immobiliari con destinazione residenziale risalenti ad edificazione degli anni ’70, in zone non di pregio con collocazioni diverse e frazionate sul territorio nazionale, che ha particolarmente risentito della crisi nel settore immobiliare sia sotto il profilo della commerciabilità sia sotto quello della redditività ovvero possibilità di locazione di queste unità immobiliari.
E’ noto, come si rileva da OMI e da altri osservatori del mercato immobiliare che queste tipologie di immobili, soprattutto in provincia e nelle zone semi periferiche o periferiche dei grandi centri urbani hanno subito dal 2009 una svalutazione che va dal 20% al 25% del proprio valore.
Basta vedere negli studi notarili i prezzi dichiarati per le compravendite o gli esiti disastrosi delle vendite all’asta per rendersene conto.
Questa flessione si è riflessa pesantemente sulla valutazione del patrimonio immobiliare della Cassa.
I fondi immobiliari, dove oggi è collocata la parte maggiore della proprietà immobiliare, tra il 2017 e il 2018 hanno evidenziato perdite di valore rilevanti corrispondenti a quelle degli indici nazionali e i fondi sono riusciti a svolgere solo parzialmente quell’opera di riqualificazione che era uno degli obbiettivi da conseguire con l’apporto. Anche sotto il profilo reddituale la gestione dei beni immobili ha dato pochi ritorni.
Rinnovo la richiesta di inserire nelle note aggiuntive del bilancio sia pure in forma sintetica le rendicontazioni semestrali e annuali e altresì, almeno sempre in sintesi, i criteri di valutazione dei periti delle Sgr, al fine della valorizzazione dei cespiti. Tali riferimenti ai rendiconti non implicano certamente la formazione di un bilancio consolidato, previsto in materia societaria tra controllante e controllata, né intacca l’autonomia della gestione dei fondi, che è imposta per legge, anche rispetto ai partecipanti. Il bilancio 2018 ha comunque chiuso con un avanzo economico d’esercizio di 19.871 Mil. e può ritenersi che anche l’esercizio 2019, considerato l’andamento della contribuzione, si chiuda con un avanzo di questa entità.
Con riferimento alla costante positività negli ultimi tre esercizi dei risultati di esercizio l’A.S.N.N.I.P. richiede che venga modificato l’Art. 22 del Regolamento di Previdenza relativo alla perequazione delle pensioni.
Il prelievo fiscale alla fonte sulle pensioni le riduce notevolmente (oggi dopo 40 anni di esercizio la pensione al netto dei gravami fiscali è di 4.300,00 euro al mese); la parificazione che il Testo Unico IRPEF fa tra redditi di lavoro e redditi di pensione, che non è mai stata oggetto di contestazione da parte dei sindacati, a mio giudizio in modo ingiustificato, fa sì che le pensioni siano, come ho detto, sensibilmente decurtate all’atto del pagamento; è essenziale pertanto che venga almeno mantenuta la loro capacità di acquisto con la perequazione all’indice ISTAT.
L’Associazione dei Notai pensionati che rappresento richiede pertanto che l’Art. 22 del Regolamento di Previdenza venga modificato in modo di garantire in ogni caso la indicizzazione ISTAT delle pensioni, fatto salvo il limite che, per esigenze di bilancio motivate, il Consiglio di Cassa non ritenga di applicare la perequazione.
Si propone altresì che gli amministratori rappresentanti i pensionati nel Consiglio della Cassa (con diritto di voto fino a quando Grillo lo permetterà) siano nominati non per cooptazione dagli altri Consiglieri rappresentanti dei Notai in esercizio, ma eletti direttamente in grandi zone territoriali (quelle previste per i Revisori dei Conti del Consiglio Nazionale e della Cassa) al fine di svolgere in modo più rappresentativo e più autorevole le loro funzioni.
Infine voglio rivolgere una parola di sentito ringraziamento al Presidente e a tutti i Consiglieri per avere ottenuto, con un notevole sforzo nella procedura di aggiudicazione della polizza Assicurazione malattia, un risultato certamente positivo, avendo garantito la copertura sanitaria con condizioni che sono nettamente migliorative rispetto alla precedente soprattutto per i pensionati (oltre ad ampliare le prestazioni anche un notevole abbassamento delle franchigie).
È, peraltro, necessario un grosso impegno per convincere i Notai in esercizio e i Notai in pensione a sottoscrivere la polizza al fine di perseguire, non solo il proprio evidente interesse alla propria salute, ma anche quello di garantire alla Compagnia aggiudicataria un risultato finanziario accettabile nell’esercizio della copertura; i ripetuti disavanzi di esercizio (differenza negativa tra spese per prestazioni sostenute dalla Compagnia e premi pagati di circa 4.000 Mil. l’anno) se dovessero essere ripetuti potrebbero determinare la diserzione (non partecipazione) delle Compagnie dai bandi di gara.
Non si può infatti ignorare che i risultati degli esercizi con la precedente Compagnia (RBM) sono stati pesantemente negativi (circa 4 Mil. di euro di deficit per ogni anno) e che ove si verificassero anche in futuro risultati analoghi si potrebbe correre il rischio, assai grave, che nessuna Compagnia concorra più nella gara di aggiudicazione (lasciando tutti i Notai oltre i 65 anni privi di copertura e con aggravio di spese per gli altri).
Per questi motivi è opportuno che la Cassa preveda le possibilità di gestire la copertura sanitaria della categoria notarile con un fondo sanitario integrativo direttamente al proprio interno ovvero valuti in sede ADEPP con le altre Casse la possibilità di adesione al Fondo Sanitario comune a tutte le categorie professionali di cui si è fatta promotrice la Cassa Forense.
Ringrazio per l’attenzione.
Il Presidente A.S.N.N.I.P
Paolo Pedrazzoli
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