Atlante 2 e il negoziato con le “casse”

Ai fondi pensione chiesto un impegno di 4 miliardi. Il vertice con Nannicini. Il nodo con la Ue. Per la Commissione europea Atlante deve essere finanziato solo da soggetti privati.

Il fondo Atlante, dopo le operazioni di salvataggio della Vicentina e di Veneto Banca ha bisogno di nuovi capitali. Non solo per eventuali ricapitalizzazioni che si rendessero necessarie, ma anche per affrontare l’altra mission del fondo: l’acquisto di crediti deteriorati dal sistema bancario. Secondo quanto ha scritto ieri il Messaggero, Quaestio, la sgr a monte del fondo Atlante, avrebbe chiesto ai 67 istituti di credito sottoscrittori del fondo di versare altri 855 milioni (oltre i 4,25 miliardi già corrisposti) per coprire l’aumento di Veneto Banca. Nel frattempo il governo sta accentuando il pressing sulle 15 casse di previdenza dei professionisti (avvocati, notai, giornalisti, medici, ecc.) affinché svolgano un ruolo importante nel cosiddetto Atlante 2, che dovrebbe occuparsi dei non performing loans (crediti deteriorati – n.d.r.). Il Fatto quotidiano ha scritto di un incontro riservato tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e i vertici delle casse, dove sarebbe stato chiesto ai fondi previdenziali di impegnarsi per 4 miliardi. Gli interessati, interpellati, smentiscono l’incontro. Ma il punto è che, come già aveva scritto il Corriere il 28 maggio, l’esecutivo sta facendo, come dicono le casse, moral suasion per far affluire risorse ad Atlante, allettandole con rendimenti del 5-6%. Solo che nel mondo delle casse, finora, prevale la contrarietà. Tre gli argomenti che vengono opposti. Primo: per la Commissione europea Atlante deve essere finanziato da soggetti privati e le casse, secondo la legge, figurano nell’elenco delle pubbliche amministrazioni. Secondo: l’investimento in Atlante appare troppo rischioso e volatile rispetto al profilo prudenziale che devono rispettare gli investimenti previdenziali. Terzo: se proprio devono investire in npl (non perfermig loans -n.d.r.), le casse vorrebbero valutarlo autonomamente e non essere obbligate al rapporto di intermediazione di Atlante, a meno di adeguate garanzie. La partita insomma è aperta. Il governo ha fretta e dispone anche di buone armi di pressione vista la situazione pesante di alcune casse. Ma non di strumenti coercitivi.

 


 

Corriere della Sera – Enrico Marro –  16/06/2016 pg. 31  ed. Nazionale.

La notizia ha ricevuto molteplici smentite il che costituisce buon indizio della sua veridicità [n.d.r.].

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