Il governo chiede il contributo delle casse previdenziali dei liberi professionisti nel salvataggio del sistema bancario.
Lo scorso 11 luglio abbiamo pubblicato su questo portale la notizia (tratta dal Corriere della Sera) del pressing governativo per un coinvolgimento delle Casse previdenziali dei professionisti nel fondo Atlante-2 che dovrebbe occuparsi dei crediti deteriorati delle banche (non performing loans).
Secondo il Fatto Quotidiano, citato dal Corriere, ci sarebbe stato un incontro riservato tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, e i vertici delle casse.
Abbiamo anche dato conto del fatto che l’articolo del Corriere della Sera riferiva delle pronte smentite degli interessati ed avevamo avanzato il sospetto che ciò costituisse un buon indizio della veridicità della notizia.
Avevamo ragione.
Oggi la notizia viene confermata da una comunicazione del Presidente del nostro Istituto previdenziale che ci informa di un incontro avvenuto il 21 scorso tra i vertici dell’AdEPP (Associazione degli Enti Previdenziali dei Professionisti) e la massima rappresentanza governativa in persona dello Stesso Presidente del Consiglio, del ministro del Tesoro Padoan e del sottosegretario di Stato De Vincenti, nel quale è stato chiesto alle Casse aderenti all’AdEPP un intervento dell’ordine di 500.000.000 di euro.
La quota di pertinenza del nostro Istituto di Previdenza si dovrebbe aggirare intorno ai 4.000.000 milioni di euro.
In quella sede, da parte del governo, da un lato è stato evidenziato il grave stato di crisi nel quale cadrebbe il Paese Italia qualora non si reperissero le risorse per supportare il salvataggio del Monte dei Paschi Di Siena, prima del 29 luglio prossimo (domani – n.d.r.) data di comunicazione dei riscontri degli stress test effettuati dalla BCE, dall’altro il ruolo di “Pilastri del Paese” ricoperto dalle Casse previdenziali dei professionisti che, pertanto, “non possono non intervenire” in un momento nevralgico per l’attuale contesto economico del Paese.
Dal canto loro i vertici dell’AdEPP hanno posto sul tavolo i problemi delle Casse Professionali (autonomia gestionale, deprecati progetti di accorpamento, prelievo fiscale sui proventi del patrimonio).
Le buone notizie sarebbero:
che l’impegno richiesto alle Casse professionali sarebbe passato da 1.000.000.000 a 500.000.000 di euro;
che il Presidente del consiglio ha smentito l’interesse del governo a politiche di accorpamento della Casse;
che lo stesso presidente si è impegnato ad arrestare il processo in atto di etero regolamentazione delle Casse stesse per sostituirlo con un sistema di codici di autoregolamentazione.
Sembra che nessuna risposta ci sa stata sul problema del prelievo fiscale.
Nella riunione i presidenti della Casse professionali, con esclusione di quelli di Inarcassa, Veterinari e Dottori Commercialisti e (sembra) Farmacisti, hanno riconosciuto la necessità del supporto al paese plaudendo alla possibilità di un processo di autoregolamentazione.
In esito alla riunione l’assemblea dell’AdEPP ha deliberato di sostenere l’iniziativa Atlante2 pur sottolineando il ruolo prioritario dei CDA dei singoli Enti, del rispetto delle asset allocation e delle procedure nelle politiche di investimento, in attesa di ricevere le proposte tecniche per le necessarie valutazioni sui rischi e sul rendimento.
Ma tutto ciò in quali termini di tempo?
Sembra che tutto debba avere una definizione entro il 29 luglio ma in tal caso come si potrebbero rispettare le suddette procedure e adottare le necessarie delibere?
Su tale vicenda questa Associazione non si dichiara d’accordo.
Sembra che si sia instaurata una trattativa avente ad oggetto da un lato il soccorso alle banche (segnatamente al Monte dei Paschi di Siena) e dall’altro il riconoscimento di alcune prerogative delle Casse Privatizzate; ma la trattativa nasce, per così dire, zoppa in quanto le prerogative che dovrebbero essere riconosciute costituiscono già diritti acquisiti dopo il D.lgs 509/1994:
- l’autonomia “gestionale, organizzativa e contabile” è stata espressamente prevista dal D.lgs 509, ma discenderebbe, comunque, dalla collocazione casse medesime sotto la normativa delle associazioni di diritto privato.
- La stessa collocazione escluderebbe l’accorpamento che non è previsto autoritativamente per le associazioni di diritto privato (per le sole fondazioni è previsto (art. 26) il coordinamento dell’attività o l’unificazione dell’amministrazione, nel rispetto, tuttavia, della volontà del fondatore, per quanto possibile).
- Da tempo poi si sostiene la illegittimità del prelievo fiscale in atto sui proventi del patrimonio che comporta duplicazione di tassazione (lo stesso reddito viene tassato in capo alla Cassa nel momento della realizzazione e nuovamente, in capo ai destinatari delle prestazioni previdenziali, nel momento della distribuzione.
La contribuzione alle casse previdenziali dei professionisti è raccolta tra gli iscritti di ciascuna (checché ne pensi il Consiglio di Stato) per costituire la provvista necessaria per l’erogazione delle pensioni e delle altre prestazioni (comunque di carattere previdenziale) statutariamente previste nell’esercizio della autonomia gestionale.
Non si vede il motivo per cui risparmi privati (che tali sono i contributi assicurativi) debbano essere distolti dal loro fine per essere impiegati (e messi a rischio) nel risanamento di disastri finanziari che sono riconducibili a responsabilità gestionali e di controllo proprie del sistema bancario.
Segnaliamo, inoltre, il rischio che questa richiesta possa costituire un precedente pericoloso al verificarsi di analoghe situazioni di crisi.