I pensionamenti (troppo anticipati) ed i silenzi della Cassa

Il pensionamento anticipato dei notai è in crescita, ma la Cassa non ha adottato misure concrete. Analizziamo il fenomeno e le sue conseguenze sul sistema previdenziale notarile. Analisi e proposte nel contributo del Dott. Mario Esposto, Notaio in pensione.

Bisogna riconoscere al Presidente Vincenzo Pappa Monteforte il grande merito di essersi speso senza sosta – durante l’intera Consiliatura che volge al termine – per sensibilizzare la categoria notarile sulle questioni previdenziali: questioni per troppo tempo scarsamente considerate dai Notai, soliti a relegarle in un ruolo ancillare.

A parere di chi scrive, però, al netto dell’ammirevole impegno profuso, in ambito previdenziale l’attuale Presidenza della Cassa non ha prodotto alcun risultato degno di nota.

In molti momenti di incontro con la Categoria ai quali ho assistito, il Presidente Pappa Monteforte ha manifestato l’esigenza di attenzionare una serie di elementi critici in grado di costituire in prospettiva – almeno potenzialmente – rischi per la salute della Cassa. Questi elementi critici sono stati individuati nella sempre più forte presenza di Colleghe donne (cosiddetta “femminilizzazione” della professione notarile: con tutto ciò che ne consegue in termini di indennità di maternità, ma non solo), nella sempre maggiore aspettativa di vita dei Colleghi pensionati e dei loro coniugi, nel fenomeno (un tempo sconosciuto) dei pensionamenti anticipati, nelle grandi “concentrazioni repertoriali” che “dragano” lavoro e desertificano/mortificano le circostanti realtà professionali.

Ora, è ben vero che su molti di questi potenziali “fattori di rischio” la politica della Cassa non può incidere in alcun modo, e che sono inesorabilmente lontani (aggiungerei: per fortuna!) i tempi in cui le Colleghe in esercizio erano una sparuta minoranza, il Notaio andava (malvolentieri…..) in pensione solo al fatidico compimento del 75°anno di età, gli anni di vita post pensionamento erano poca cosa, i coniugi superstiti erano a propria volta anziani e con limitata aspettativa di vita.

Su un potenziale fattore di rischio, però, l’attuale Consiliatura della Cassa aveva l’opportunità (persa) di fare proposte concrete e accendere una riflessione costruttiva: mi riferisco al sempre più diffuso pensionamento anticipato dei Notai, destinato – a parere non solo del sottoscritto – ad aumentare negli anni a venire.

E’ una materia che conosco bene, per essere andato in pensione anticipata nel corso del 2024, subito dopo aver compiuto 35 anni di iscrizione a Ruolo, alla “giovane età” (in senso notarile…..) di soli 65 anni. E – non lo nascondo – con un aggravio di costi per la Cassa di circa un milione di Euro, tra le mensilità di pensione che mi saranno erogate in anticipo (rispetto al limite massimo di esercizio della professione al quale potevo mirare) ed i versamenti contributivi che non potrò più apportare in quanto non più iscritto a Ruolo.

Nel corso degli anni, e soprattutto prima dell’attuale Consiliatura, ho assistito a timidissimi discorsi di politica del Notariato su potenziali incentivi destinati a dissuadere i Notai dal ricorrere al pensionamento anticipato.

In genere, le idee manifestate al riguardo valorizzavano la possibilità di riconoscere aumenti alle pensioni dei Colleghi disposti a restare in esercizio anche dopo aver maturato i 40 anni di iscrizione a Ruolo: termine oltre il quale, come è noto, cresce di anno in anno l’importo dell’indennità di cessazione che si andrà a maturare ma resta fermo l’importo della pensione massima ottenibile.

Idee di riforma restate in una sorta di timido limbo, senza alcun concreto approfondimento maturato e portato a conoscenza della Categoria: mere chiacchiere, in sostanza.

Per quanto attiene, invece, all’ottica di dissuadere pensionamenti anticipati di ben maggior peso temporale ed economico (mi riferisco al pensionamento volontario dei “Notai giovani”), non ho potuto che constatare, in un recentissimo passato, un desolante intento punitivo, mirato a penalizzare economicamente – ed in maniera incisiva – tali scelte.

Per essere maggiormente chiari: nell’autunno del 2021, in piena pandemia da Covid, e nella totale assenza di un pur minimo dibattito al riguardo, la precedente Consiliatura della Cassa vedeva “sfumare” per pochissimi voti (id est: mancato raggiungimento della maggioranza qualificata da parte dell’Assemblea dei Rappresentanti della Cassa) l’inserimento normativo di forti disincentivi economici (cioè: riduzione della pensione) destinati a “convincere” gli aspiranti “giovani pensionati” a non riconsegnare il sigillo.

A mio parere, è bizzarro che la politica di categoria – in questi ultimissimi anni – si stia affannando a cercare rimedi alla disaffezione dei giovani laureati nei confronti della professione notarile (con tanto di Congresso primaverile destinato alle problematiche dell’accesso al Notariato) ma non dedichi alcuna riflessione propositiva al tema degli exit anticipati, alle ragioni che spingono a ciò ed ai possibili rimedi per cercare di limitare un fenomeno destinato ad ampliarsi.

Conosco personalmente Colleghi della mia stessa età che sono già andati in pensione o che si accingono ad andarci.

Colleghi preparati, aggiornati professionalmente e tecnologicamente, di ammirevole spessore etico e deontologico.

Tutti accomunati da un senso di stanchezza, insofferenza e disagio non solo verso un alquanto diffuso – e disinibito – modo odierno di “fare il Notaio”, ma anche (e sono solo alcuni esempi…..) nei confronti dell’”universo antiriciclaggio” (con annesse sanzioni lunari elargite a mani basse), dell’incombente Intelligenza Artificiale (con tutti i relativi rischi), delle ispezioni biennali effettuate da molti Archivi Notarili con occhiuto furore punitivo, della draconiana giurisprudenza in materia di responsabilità professionale………

E si potrebbe continuare con molti altri esempi.

A questo punto le domande sorgono spontanee.

Avrebbe senso – in un prossimo futuro – “costringere” Colleghi ultrasessantenni (ma ben lontani dal compimento del 75°anno di età) a restare in servizio stancamente, senza motivazioni apprezzabili, senza voglia di aggiornarsi professionalmente e di aggiornare tecnologicamente i propri Studi? Colleghi, quindi, spinti a mantenere il sigillo solo dalla necessità di scampare la penalizzazione economica connessa ad un pensionamento “troppo anticipato”?

E – per restare all’attualità – è un risultato apprezzabile per la Cassa assistere già adesso a sempre più numerosi pensionamenti anticipati motivati dai disagi di cui sopra?

E – sempre per restare all’attualità – perché il Presidente Pappa Monteforte ha ritenuto opportuno “attenzionare” gli exit pensionistici troppo anticipati ma non ha portato a conoscenza della Categoria alcuna proposta concreta per contrastarli? Nessuno ha la bacchetta magica, ma alcune ipotesi di lavoro potevano pur essere fatte durante la Consiliatura che volge al termine.

Ad esempio, si potevano ipotizzare (come mera base di partenza per un ragionamento costruttivo) apprezzabili incrementi di pensione per chi, pur potendolo fare, rinunciasse ad un exit troppo anticipato; e – nella stessa ottica – ipotizzare appetibili incrementi progressivi dell’indennità di cessazione.

Parimenti, e sempre come mera ipotesi di lavoro: ipotizzare riconoscimenti di una sorta di indennità per chi – titolare di sedi notarili particolarmente disagiate e poco redditizie – continuasse comunque ad esercitarvi la professione pur essendo in età pensionabile.

Oppure – con ammirevole coraggio intellettuale – spiegare le ragioni tecnico/contabili/normative/di bilancio che renderebbero impraticabili tutti gli incentivi di cui sopra, affermando apertamente che l’unica strada per evitare gli exit pensionistici troppo anticipati è aumentare significativamente il periodo minimo di iscrizione a Ruolo.

Dispiace constatare che nulla di ciò è avvenuto durante l’ultima Consiliatura: nessuna riflessione, nessuna proposta, nessun dibattito.

E non è fuori luogo immaginare che non pochi di quei Colleghi “stanchi” di cui sopra, proprio per non incappare nelle maglie di future manovre “punitive”, considereranno con maggiore interesse la possibilità di anticipare il proprio pensionamento…….

Ci si augura che la prossima Consiliatura della Cassa inizi una seria riflessione sul tema oggetto di questo mio intervento.

Dottor Mario Esposto, già Notaio in Vergato dal 1989 al 2024.