Il centenario

Nell’ormai quasi lontano 2012, le Poste spagnole hanno emesso un francobollo celebrativo del primo centenario dell’entrata in vigore della legge organica dell’ordinamento del Notariato, emanata ed entrata in vigore nel 1912.

Ho fatto il Notaio, ma sin da ragazzino mi sono dedicato come passatempo anche alla filatelia, per cui quasi automaticamente scrissi all’allora Presidente del nostro Consiglio Nazionale di inoltrare la prescritta richiesta al Ministero allora competente per un’analoga emissione italiana nel corso dell’anno 2013. Non ebbi risposta alcuna e così l’occasione di far sapere in qualche modo agli italiani che esistono anche i Notai, cosa che un certo effetto avrebbe senz’altro prodotto, è andata persa.

Apprendo ora che, tra le oltre sessanta emissioni di francobolli celebrativi previste per l’anno 2019, è in prevista anche quella di un francobollo del 1° centenario della istituzione della Cassa Nazionale del Notariato. Ben venga!

Tale fatto dimostra se non altro che al Mi.S.E. sono a conoscenza dell’importanza di tale Istituto, ritenuto meritevole di essere ricordato anche in questo modo e, se non erro, si tratta del primo francobollo italiano riferito, sia pure indirettamente, all’attività notarile.

Ma temo che agli iscritti alla Cassa e soprattutto ai Notai pensionati che ne ricevono con cronometrica puntualità le prestazioni loro spettanti, forse ciò non basti a colmare la loro soddisfazione.

In primo luogo dobbiamo rilevare che un centenario si verifica una volta sola ogni cento anni, per cui o si fa finta di niente e lo si passa sotto silenzio, oppure, se lo si vuole solennizzare, si fa – ripeto una volta ogni cent’anni – qualcosa di un po’ eccezionale.

Io sono andato in pensione nel 2005. Nel frattempo, a prescindere dall’adozione della moneta comune europea, avvenuta tre anni prima, che per noi italiani in pratica ha determinato il dimezzamento del potere di acquisto di tutti i soggetti a reddito fisso, tra i quali sono necessariamente compresi tutti i pensionati, da allora ad oggi possiamo rilevare da una parte il dato positivo del limitato aumento dell’indice del costo della vita, in precedenza galoppante, ma comunque in quattordici anni un aumento si e no del cinque per cento al minimo si è in ogni modo innegabilmente verificato.

Nello stesso periodo la mia pensione – sono al massimo dopo quarantasei anni di esercizio professionale – un bel giorno si è “ridotta” di circa 50,00 Euro.

I bilanci della Cassa, salvo quello del 2015, si sono sempre chiusi in attivo in virtù dei provvedimenti via via adottati, al fine di neutralizzare gli sconsiderati provvedimenti legislativi nel frattempo entrati in vigore, in particolare quello dell’abolizione della tariffa professionale, che non mi interessa se vada bene o meno per le altre professioni, in concomitanza dell’applicazione del principio della libera concorrenza, ma per il Notariato è un non senso assoluto.

Il Notaio è infatti un pubblico ufficiale al quale è affidato in via esclusiva – o quasi – un pubblico servizio, vale a dire la “tutela della fede pubblica”, per cui come è impensabile che dovendo spedire una raccomandata tramite Poste Italiane vada allo sportello e mi metta a contrattare con l’ufficiale postale addetto il costo dovuto per il servizio richiesto, così è altrettanto inammissibile una contrattazione del prezzo per un atto di competenza del Notaio.

Se si vuole il principio di libertà di concorrenza può unicamente riferirsi all’art. 30 dell’abrogata tariffa, lasciando libero il Notaio di richiedere o meno tale compenso e di fissarne la misura, in casi particolari anche ben superiore all’allora previsto triplo dell’onorario di repertorio, ma sotto altri aspetti è un’autentica cretinata, che da una parte spalanca l’uscio ad ogni sorta di illegalità, prima fra tutti quella della evasione fiscale, che in precedenza con una tariffa professionale ad ogni effetto vincolante, era in gran parte impossibile, in quanto, potendosi in ogni momento – bastava volerlo – controllare, anche a campione, da parte dei Consigli notarili le parcelle emesse da qualche notaio “in odore” di non applicazione della tariffa, per far cessare l’abuso, con l’applicazione delle conseguenti sanzioni disciplinari.

In secondo luogo l’abolizione della tariffa professionale vincolante, per i Notai comporta il rischio, solo ipotizzabile, ma che comunque potrebbe verificarsi, che un bel giorno “in vena di allegria” il Consiglio Nazionale deliberi che i Notai devono lavorare gratuitamente, in quanto saranno mantenuti dal congruo assegno che la Cassa erogherà loro sino …. “ad esaurimento delle scorte”, per cui gli Archivi notarili saranno di conseguenza immediatamente privati di qualsiasi introito, venendo meno la “tassa di archivio” oggi dovuta con riferimento ad una tariffa abrogata (!!!), per cui in pratica ci troviamo in una grottesca situazione identica a quella verificatasi qualche anno prima, quando un altro “celebre” ministro, che ancor oggi ha la faccia tosta dopo una simile figuraccia si farsi vedere in Senato, il quale, incaricato della semplificazione legislativa, insieme a tante norme che non era assolutamente necessario abrogare in quanto superate dalle circostante nel frattempo sopravvenute, per cui pur essendo in vigore non davano assolutamente alcun fastidio, incluse nell’elenco dalle leggi da eliminare anche quella che prevedeva e disciplinava i diritti dovuti agli Archivi Notarili, che dalla sera al mattino si trovarono nell’impossibilità di poter riscuotere una sola lira sia sottoforma della tassa di archivio dovuta dai Notai per tutti gli atti ricevuti suscettibili di conservazione, sia per il rilascio delle copie degli originali presso di loro depositati dai Notai cessati o trasferiti ad altro Distretto.

E se ciò non si è verificato si deve ringraziare il senso di responsabilità del Consiglio Nazionale allora in carica che emanò immediatamente ai Notai l’ordine di continuare a versare gli importi dovuti o secondo la prassi sino allora in vigore, senza tenere in alcun modo conto della intervenuta abrogazione, in modo di dar tempo al Parlamento di metterci una pezza. Cosa che comunque richiese circa tre mesi di tempo.

Ciò considerato, a questo punto formuliamo due auspici. Il primo è che un illuminato Legislatore preveda, rimediando al mal fatto, che, esplicando il Notaio una pubblica funzione, sia reintrodotta per tale professione una tariffa obbligatoria sufficientemente remunerativa per le prestazioni svolte e che ovviamente preveda l’assoluta discrezionalità nella determinazione del compenso previsto dall’art. 30 dell’abrogata tariffa, salvo la facoltà dell’obbligato al pagamento di ricorrere al Consiglio notarile competente, qualora ritenesse spropositato il compenso aggiuntivo richiesto.

Se per realizzare tale auspicio ci vorranno anni ed anni di tempo, ma siamone certi che prima o poi, piaccia o non piaccia ad alcuni, ciò accadrà, formuliamone un secondo, che potrebbe, anzi dovrebbe, concretizzarsi entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno di grazia in cui la Cassa compie i suoi primi cento anni di attività.

Da tempo, invano, si è invocato per i pensionati l’erogazione una tantum di un assegno di 1.000,00 Euro in occasione del pagamento della 13° mensilità di pensione. La richiesta è sempre stata respinta dal Consiglio di amministrazione della Cassa, rifiuto che appare assolutamente immotivato in relazione al fatto che bene o male i bilanci di esercizio, ad eccezione di uno, si sono sempre chiusi con un attivo anche non indifferente.

Con tutta sincerità si tratta della richiesta di una indecorosa elemosina, in quanto con il prelievo fiscale che ne conseguirebbe si traduce in un beneficio economico di non più di 500,00 Euro netti, per cui da parte mia oso dire che se può anche fare benissimo a meno.

Ma il 2019 è l’anno del “CENTENARIO”, che, come detto, accade ogni cento anni, e per una volta ogni cento anni si può, anzi si deve, essere un po’ meno taccagni del solito, per cui, considerato che la Cassa con ciò non andrebbe assolutamente in malora ed anche il suo bilancio per il 2019 chiuderebbe sicuramente in attivo, si faccia uno sforzo eccezionale, con la solenne promessa che tale richiesta sarà ripetuta solo fra un secolo nell’anno di grazia 2119, e si eroghi in via straordinaria a tutti gli assisti una QUATTORDICESIMA mensilità. Per i più fortunati sarà un assegno netto, a fronte del prelievo fiscale, di poco più di 4.000,00 Euro, per altri un po’ meno, ma tutti potremo, insieme al francobollo celebrativo che sarà emesso da Poste Italiane, concludere l’anno in serena letizia, almeno sotto l’aspetto economico.

Cosa ve ne pare?

Giovanni Fulcheris