Concorrenza al massimo ribasso

“L’aria che Tira” è una trasmissione televisiva “dal lunedì al venerdì” che va in onda su “La 7 TV” e dalla quale si trae spunto per alcune riflessioni in tema di concorrenza.

Nella trasmissione del giorno 15 marzo scorso, si è proposto, in relazione alla protesta degli ambulanti che, contemporaneamente si svolgeva in piazza Montecitorio, contro la “direttiva Bolkestein”, dai manifestanti (e non solo) ritenuta pregiudizievole ai propri interessi il tema della concorrenza al “massimo ribasso”

Alla trasmissione partecipava l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, il quale, sul più generale problema della concorrenza, si è espresso in questi termini:

“Sono contro il massimo ribasso da per tutto … Sono uno di quelli che vorrebbe che, per quanto riguarda le libere professioni, fosse stabilito di nuovo un tariffario, un parametro di riferimento, un equo compenso, perché non possiamo più vivere in una società nella quale il compenso viene stabilito da una libera pattuizione altrimenti … facciamo il massimo ribasso applicato alla società e questo vuol dire mancanza di qualità e degrado e mancanza di rispetto dei diritti; ci vuole una innovazione culturale …. non siamo più all’epoca della regola dettata dai contratti universali, il lavoro si sposta verso l’autonomia, verso l’inafferrabilità, quindi, ci vogliono delle regole, degli standard al di sotto dei quali non si può andare [ci vuole ndr] l’inderogabilità dei salari e delle tutele universali.

Di  tariffa obbligatoria sembra lecito discutere dopo la decisione della Corte di Giustizia UE, Prima Sezione, sentenza 8 dicembre 2016, cause riunite C-532/15 e C-538/15, la quale ha affermato che: “L’articolo 101 TFUE [Trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea – n.d.r.], in combinato disposto con l’articolo 4, paragrafo 3, TUE [Trattato sull’Unione Europea, alias Trattato di Maastricht – n.d.r.], dev’essere interpretato nel senso che non [nulla – n.d.r.] osta a una normativa nazionale, … che assoggetta gli onorari …. a una tariffa che può essere aumentata o diminuita solamente del 12%, e della quale i giudici nazionali si limitano a verificare la rigorosa applicazione, senza essere in grado, in circostanze eccezionali, di derogare ai limiti fissati da tale tariffa”.(1)

 


(1) decisione che sembra smentire il c.d. Decreto Legge Bersani che nell’abrogare (art 2 n. 1. lett. a)  l’obbligatorietà di tariffe fisse o minime, dichiara di farlo “In conformità al principio comunitario di libera concorrenza …”