Convocazione, ordine del giorno e delibere del Consiglio Direttivo del 21 giugno 2017.
Convocazione
Il Consiglio Direttivo è convocato nella Sede dell’Associazione in Via Flaminia n° 160 il 21 giugno 2017 alle ore 10,30.
Ordine del giorno
- Approvazione del verbale della seduta precedente;
- Comunicazione del Presidente sulla giornata dedicata a Previdenza e Patto Generazionale, che si è tenuta il 19 maggio;
- Varie ed eventuali.
Delibere
Primo argomento: approvazione del verbale della precedente seduta.
Tutti i presenti riconoscono di avere ricevuto, nei giorni scorsi il testo del verbale e di averne presa visione e, pertanto, rinunziano alla sua lettura.
Quindi il Consiglio all’unanimità
delibera
L’approvazione del verbale nel testo comunicato.
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Secondo argomento: Comunicazione del Presidente sulla giornata dedicata a Previdenza e Patto Generazionale.
Il Presidente ricorda come i lavori della mattinata siano stati dedicati alle relazioni di tre docenti universitari che hanno spiegato il funzionamento dei sistemi previdenziali, negli aspetti fondamentali, senza prendere posizione rispetto al sistema di previdenza notarile.
Interviene il segretario, che ha assistito ai lavori, rilevando che, nella mattinata, si sono, avuti due spunti che ritiene interessanti.
Il primo è stato l’intervento del Presidente del Consiglio Notarile di Roma il quale si è svolto, con tono molto discorsivo, sul tema della gestione economica dello studio notarile mettendo in evidenza la necessità che la parcella notarile sia costruita partendo da una puntigliosa esposizione delle spese vive relative al singolo atto, tra le quali trova posto la contribuzione previdenziale che, al pari delle altre, è deducibile dal reddito, solo dopo aggiungendo l’onorario professionale che, in assenza di tariffa obbligatoria può essere liberamente determinato senza dimenticare, tuttavia, che esso costituisce materia fiscalmente imponibile oltre ad essere, in parte destinato alla copertura delle spese generali di studio e, pertanto ,deve essere pensato al netto dei corrispondenti oneri, implicitamente imputando certe insofferenze nei confronti della contribuzione alla CNN a trascuratezza nella gestione economica dello studio professionale.
Il secondo è venuto dal moderatore, Mauro Meazza, Caporedattore Centrale Informazione Normativa de Il Sole 24 Ore, il quale, in materia di contribuzione, ha ricordato all’uditorio che l’aliquota contributiva alla Cassa Nazionale del Notariato può sembrare gravosa perché è calcolata su un imponibile del tutto convenzionale; se, invece, si calcola la sua incidenza sul reddito lordo, come avviene per i lavoratori dipendenti e per i professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps, si scopre che, alla luce dei dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate, in ordine ai redditi medi dichiarati dai notai, il prelievo si attesta sul 20% circa, ben lontano da quello sopportato dalle categorie citate, rispettivamente del 30% circa e del 27%.
Riprendendo la sua esposizione, il Presidente rimarca come l’incontro del pomeriggio, nella parte dedicata all’ascolto dei rappresentati dei sindacati di categoria, sia stato caratterizzato dall’inadeguatezza dei tempi a disposizione dei partecipanti, limitati a tre minuti per intervento, assolutamente insufficienti alla trattazione di argomenti complessi come quello previdenziale, specialmente quando si pensa ad una modifica di quello che ha dato buona prova di sé nel corso di quasi un secolo, oltretutto caratterizzato da crisi e sconvolgimenti di vario genere.
Dalla discussione pomeridiana, in pratica, non è venuto nessuno spunto interessante, mentre, invece, qualcosa emerge dalle relazioni presentate dai vari gruppi di interessi notarili.
Il Presidente segnala, in particolare, la relazione del collega Tuccari, rappresentante di Notaract nella quale si trova la proposta di sostituire l’attuale sistema contributivo con uno che, in parte, conservi l’attuale base imponibile repertoriale ed, in parte, assuma come base imponibile il reddito lordo (fatturato).
Altra proposta del Presidente di Notaract è una revisione “a gettito invariato” dell’incidenza tariffaria adottando una contribuzione correlata al repertorio, ma in modo “che i vari atti siano correttamente valorizzati, potendosi determinare in caso contrario, come attualmente accade, una manifesta sperequazione in ordine al pagamento dei contributi tra notai, tipologie di studi notarili e loro collocazione sul territorio”. A tal fine la revisione dovrebbe “fondarsi su un’indagine per verificare il costo medio (a carico del notaio) e la remuneratività media dei vari atti, al fine di adeguare ad essa la contribuzione”,
Concretamente le principali proposte sarebbero:
- una parziale contribuzione sul fatturato;
- adozione di nuovi scaglioni per gli atti di valore modesto, con riduzione dei parametri;
- ripristino dell’applicazione generalizzata dell’aliquota ordinaria;
- riduzione percentuale per tutti gli atti societari … peraltro valorizzando adeguatamente alcuni atti complessi per i quali è oggi previsto l’onorario fisso;
- alcune riduzioni per gli atti per i quali maggiore è la concorrenza esterna;
- aumento dei parametri per gli atti di maggiore valore;
- introduzione di ulteriori scaglioni per atti di valore ingente;
- assoggettamento a repertoriazione e, quindi, a contribuzione delle operazioni che attualmente non vi sono soggette “pur essendo espressione di pubblica funzione”.
Si apre una discussione nella quale, da parte di qualche consigliere, si ipotizza un radicale mutamento di sistema contributivo che non si fondi su dati repertoriali convenzionali e, tutto sommato, fittizi che, oltre tutto, collegando la contribuzione alla singola operazione annotata a repertorio, non consente alcuna progressività nella contribuzione, per instaurare un sistema che assuma come base contributiva l’importo complessivo fatturato e che venga realizzato con lo stesso sistema attuale di riscossione mediante archivi notarili esibendo ad essi in luogo di un dato repertoriale, la dichiarazione iva presentata al fisco per applicare la contribuzione all’ammontare fatturato, naturalmente con una riduzione di aliquota che mantenga inalterato il gettito attuale o quello ritenuto necessario.
La maggioranza del Consiglio ritiene inattuabile la proposta principalmente per ragioni di sicurezza di incasso ed assenza di evasione che l’attuale sistema assicura e che non sarebbero garantite dal sistema ipotizzato.
Riprendendo l‘esposizione di quanto avvenuto nella “giornata della Previdenza” il Presidente richiama l’attenzione del Consiglio sul documento proveniente da Federnotai ed a firma del suo Presidente, collega Di Marco, contenente proposte di modifica del nostro sistema previdenziale, premessa una analisi dei diversi conflitti che si agitano in seno al notariato:
- conflitti geografici tra notai del nord, del centro e del sud;
- conflitti generazionali tra notai con poca anzianità lontani dalla pensione, notai in esercizio prossimi alla pensione e notai in pensione;
- conflitti socio-economici, tra notai di sedi diversamente produttive; tra notai “di città”; e notai “di campagna”, tra notai “più avviati” e notai “meno avviati”
- conflitti tra notai cui il pensionamento porta un miglioramento economico rispetto all’esercizio dell’attività professionale e notai cui reca un peggioramento.
Conflitti tutti acuiti dalla crisi cha ha dimezzato gli utili professionali.
Per appianare questi conflitti e, in generale, per rendere più equo il sistema pensionistico e quello contributivo si ipotizza un sistema così articolato:
- stabilizzare quali “diritti quesiti” le prestazioni pensionistiche alle quali i notai in quiescenza hanno già diritto oggi, come pure il credito “virtuale” che ciascun notaio in esercizio ha maturato fino ad oggi in base al sistema attuale.
- determinare l’aliquota contributiva in modo che essa resti costante nel tempo;
- determinare quale percentuale dei contributi incassati in ogni esercizio debba essere destinata al pagamento delle pensioni e a quale percentuale dello stesso importo corrisponda il credito maturato nello stesso periodo da parte dei notai in esercizio.
Questo sistema consentirebbe:
- di mantenere l’attuale sistema mutualistico con riferimento, però, ai singoli anni di pensionamento, mediante corresponsione di trattamenti pensionistici uguali, a parità di anzianità professionale per tutti i pensionati di ogni singolo anno, indipendentemente dai contributi versati (una specie di pensione di annata);
- di garantire la stabilità del sistema, che oggi appare dubbia;
- di mantenere invariate le aliquote contributive perché le prestazioni maturate per ciascun anno varierebbero in funzione dell’andamento dell’attività dei notai: più alte negli anni di migliore crescita; più basse negli anni di flessione.
E’ evidente che questo sistema realizza, come ha evidenziato nel suo intervento, il Vice Presidente della Cassa Nazionale del Notariato “una ipotesi di rovesciamento dell’impianto in vigore, con il passaggio dall’attuale sistema a prestazioni definite, sorrette da una adeguata contribuzione, ad un sistema contrario, a contribuzione definita che determina e condiziona, di conseguenza l’entità e la qualità delle prestazioni”
Infine il presidente riferisce il contenuto di una lettera inviata dal Presidente Mistretta al Presidente di Federnotai, e da questa pubblicata, nella quale il primo, dopo la celebrazione della Giornata sulla Previdenza, dichiara che: “Le tavole rotonde con la partecipazione di un numero elevato di colleghi hanno permesso di ascoltare voci e sensibilità diverse su varie tematiche previdenziali e assistenziali”.
“Il consiglio di amministrazione della Cassa è ora nelle condizioni di poter assumere, dopo aver ascoltato le riflessioni della categoria, tutte le opportune decisioni necessarie a mantenere nel tempo l’equilibrio previdenziale, senza alterare le caratteristiche mutualistiche nel nostro sistema.”
Su tali affermazioni il Presidente ed il Consiglio all’unanimità rilevano l’eufemismo del ritenere di avere “ascoltato la categoria” avendo sentito, nella tavola rotonda, organizzazioni di categoria che pur rappresentando un congruo numero di colleghi, ovviamente non li rappresentano tutti, oltretutto, con un limite temporale (tre minuti), insufficiente, non che ad esporre le proprie posizioni, neanche ad enunciarle correttamente; non senza rilevare la patente contraddizione di quanto dichiarato dal Presidente Mistretta nella lettera a Federnotai, con l’affermazione fatta nella sua introduzione del mattino che qualificava l’evento come “giornata di informazione, formazione e ascolto” che avrebbe dato inizio ad “un percorso, un cammino …”
Con questo l’argomento “giornata della previdenza si può considerare esaurito, salvo a vedere se ci saranno sviluppi ulteriori con vero approfondimento delle tematiche appena accennate il 19 maggio, a cominciare dalla pubblicazione integrale degli atti del convegno.
Pertanto il Presidente prende a trattare i più scottanti problemi che il notariato si trova di fronte.
Rapporto notai/abitanti
Incombe l’approvazione del c. d. DdL concorrenza che, ormai, il governo intende far approvare definitivamente dal parlamento senza ulteriori modificazioni e, quindi, confermando la riduzione del numero di abitanti cui parametrare le sedi notarili e, di conseguenza, l’indiretto aumento del numero dei notai con negative ripercussioni, soprattutto in relazione al bilancio attuariale della Cassa.
Sull’argomento segnala un documento, proveniente da Federnotai abbastanza critico nei confronti della CNN e del suo organo amministrativo, a partire dal titolo “Le risposte che non ci aspettiamo”, dal quale traspare maggiore consapevole dei problemi del notariato da parte di Federnotai che non da parte della Cassa perché, mentre quest’ultima sembra sottovalutare la norma del DdL concorrenza che riguarda il criterio di assegnazione delle sedi notarili con la conseguenza di un raddoppio dei posti in tabella, il Presidente. di Federnotai coglie appieno il pericolo che questa norma rappresenta per il bilancio attuariale della CNN, come la nostra Associazione ha più volte denunciato.
A questo proposito il Presidente comunica di avere rintracciato sulla RUN un lavoro eseguito a cura del CNN, questa volta veramente ben fatto, sul rapporto notai/abitanti con riguardo ai paesi europei che, come il nostro, adottano il sistema di notariato latino. Lo studio espone una tabella comparativa dalla quale risulta che questo rapporto calcolato sulla media dei paesi considerati è di 1/14.000 e che l’Italia, già adesso, presenta uno rapporto notai/abitanti tra i più alti (1/9.506), con la certezza di arrivare al rapporto di 1/5000 (che la porrebbe al terzo posto), senza che dai lavori parlamentari emerga il motivo per cui uno Stato che presenta una crescita economica tra le più basse tra gli stati europei, si debba discostare in maniera così drastica dalla media.
Inoltre questo studio pone in evidenza che, quando si tratta di funzioni pubbliche, il rapporto dovrebbe instaurarsi tra esigenze degli utenti e organizzazione del servizio. È il principio che ha ispirato la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, con l’abolizione dei tribunali con scarso carico di lavoro per sistemare i giudici dove più ce ne fosse bisogno.
Per il notariato dovrebbe valere lo stesso principio e con maggior ragione perché per esso vale anche il principio dell’autosostentamento nel senso che il notaio che lavora in una sede non produttiva che, pure, non può essere privata del servizio, è sostenuto a carico della categoria, tramite l’integrazione corrisposta dalla CNN.
Tuttavia, riconosciuti i meriti di questo studio, ne va segnalata la tardività; sarebbe stato utile quando è iniziata la discussione sul DdL concorrenza, ormai, nella seconda lettura alla Camera dei Deputati, non ci sono speranze che venga preso in considerazione.
Ripristino della tariffa.
Questo argomento di importanza vitale, per il notariato, ma per le professioni, in generale, nel totale silenzio del notariato, è stato ripreso con vigore da tutte le altre categorie professionali e con qualche successo se è vero che il senatore Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, sta predisponendo un disegno di legge che preveda un sistema, se non di tariffa vera e propria, almeno della previsione di un equo compenso e che l’on. Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera, più volte si è dichiarato favorevole al ripristino di un sistema tariffario.
Polizza sanitaria
Il Presidente comunica i dati di sottoscrizione del piano integrativo che è stata effettuata dal 63% ca. dei pensionati, e dal 36% ca. dei notai attivi. non ostante la mole di informazioni e di solleciti da parte della Cassa e della nostra Associazione con la segnalazione che una adesione troppo bassa ci avrebbe esposti al rischio che il prossimo bando per il rinnovo del sevizio potesse andare deserto, per mancanza di interesse da parte delle società di assicurazione e nonostante la rateizzazione del premio ottenuta anche con l’interessamento di Asnnip.
Ritiene che sia necessario riflettere sulla possibilità di riportare il sistema di assistenza sanitaria all’interno della Cassa come prevede, per tutti gli enti previdenziali la legge sulla protezione del lavoro autonomo testé approvata.
Bilancio della cassa:
Il bilancio della Cassa ha evidenziato per il 2016 un aumento dei contributi da 264 Mln del 2015 a 291 Mln del 2016 con un avanzo di esercizio di euro 55 Mln a fronte dei 32 Mln del 2015.
In relazione a tale risultato positivo, abbiamo fatta richiesta in data 27 novembre 2016 anche in considerazione della mancata perequazione delle pensioni dal 2010 al 2016, di un contributo ” una Tantum ” di euro 1.000, richiesta rimasta fino ad ora senza riscontro.
Tutti questi argomenti saranno esposti domani ai rappresentanti degli organi ufficiali che vorranno onorarci della loro presenza in Assemblea
Suo punto il consiglio ritiene di non dover assumere alcuna delibera.
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Terzo argomento: varie ed eventuali.
Nessuno chiede la parola.
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Pertanto il presidente dichiara conclusa la riunione alle ore 18.30.