Lettera del Presidente Asnnip al Presidente, ai Consiglieri e al Collegio Sindacale della Cassa Nazionale del Notariato – 7 febbraio 2018.
Al Presidente della Cassa Nazionale del Notariato Notaio MARIO MISTRETTA
per conoscenza
ai Signori Consiglieri della Cassa
al Presidente del Collegio Sindacale della Cassa ai Signori Sindaci
L’anno 2017 si è da poco chiuso e ritengo opportuno farVi partecipi di alcune considerazioni che abbiamo svolto negli ultimi Consigli ASNNIP relative alla gestione della Cassa.
Si è esaminato il diniego del Consiglio della Cassa alla richiesta di un assegno una tantum a favore dei pensionati in applicazione di un potere discrezionale che il Regolamento di Previdenza riconosce al Consiglio.
L’ASNNIP tenuto conto che dal 2010 non era stata più concessa alcuna perequazione delle pensioni aveva fatto richiesta con lettera del 24 Novembre 2016 di un assegno straordinario di Euro 1.000,00 per pensionato. La richiesta era ampiamente giustificata dai dati del Bilancio relativi agli anni 2014, 2015 e 2016 che avevano evidenziato una chiara ripresa delle prestazioni notarili con conseguente aumento dei contributi e degli avanzi di gestione corrente e dell’avanzo complessivo di esercizio.
Il Consiglio della Cassa con deliberazione del 23 Giugno 2017 N. 17 ha respinto la richiesta senza alcuna motivazione del provvedimento che, anche se trattasi di provvedimento discrezionale, avrebbe dovuto essere espressa ai sensi dell’Art. 3 della Legge 241/90, se non altro, per un doveroso atto di rispetto nei confronti dei 2.597 pensionati che proprio in considerazione della crisi non avevano avanzato richieste per un lungo periodo (dal 2010) e avevano altresì dovuto affrontare il pagamento di una parte cospicua del premio di assicurazione malattia un tempo interamente a carico della Cassa.
Dall’esame delle discussioni riportate nei verbali trasmessi sono apparse valutazioni e considerazioni che suscitano perplessità e sconcerto perché prive di una attenta comparazione con i dati di bilancio ed anche di orientamento politico sulle scelte previdenziali o assistenziali.
Si sottolinea che la richiesta inizialmente fu ritenuta “motivata, saggia ed equilibrata” dallo stesso Presidente, ebbe il parere favorevole di alcuni Consiglieri e ne fu affermata la compatibilità con i dati di bilancio.
Tuttavia da subito si manifestarono anche tendenze ad un rinvio evidenziando la necessità di un discorso più ampio, (peraltro mai introdotto), nel quale si tenesse conto anche delle condizioni di disagio dei giovani Notai (confondendo tra attività di previdenza e di assistenza), e facendosi poi rilevare che la richiesta era collegata al tema dell’adeguamento ISTAT delle pensioni sul quale il Consiglio si doveva pronunciare entro il 31 maggio.
Nel verbale n. 10/17 si legge che “Il Presidente si dichiara poi favorevole a riconoscere un assegno ai pensionati, ma rileva che si deve stabilire il quantum e il come”, quantum e come di cui nelle sedute successive dedicate all’argomento non si è più discusso.
Spiace notare la superficialità degli interventi di un Consigliere che dichiara di ritenere (verbale n. 10, cit.) “che la concessione di un assegno una tantum non sia positivo neppure per chi lo riceve”, e di un’altro Consigliere che ritiene, (stesso verbale) “che 1.000,00 euro non siano risolutivi per chi li riceve” e di un terzo Consigliere secondo cui “un assegno di euro 1.000,00 non contribuirebbe a cambiare la vita dei pensionati ed avrebbe effetto mediatico negativo” (verbale n. 12/17).
Si è anche evidenziata l’opportunità di evitare di assumere una delibera “non unanime” e tuttavia la non unanimità non ha impedito di assumere un voto finale negativo dopo ben cinque sedute di discussione.
Il Consiglio deii’ASNNIP preso atto con rammarico di tali dichiarazioni ha peraltro deliberato di non impugnare il provvedimento di diniego, nell’intento di non esporre la Cassa a un contenzioso che peraltro non viene escluso di fronte a ulteriori dinieghi privi di motivazione .
La discussione svoltasi sul tema evidenzia tuttavia come nel Consiglio della Cassa si tenda a considerare i pensionati come una controparte della Cassa stessa invece di avere la dovuta visione unitaria che deriva dalla previsione statutaria che iscritti sono tutti i Notai sia in esercizio che in pensione.
Passando ora ad una valutazione dei risultati complessivi di bilancio della Cassa mentre permane una situazione di equilibrio soprattutto per i positivi risultati della gestione previdenziale e per le garanzie offerte dal patrimonio, persiste una forte problematicità nella gestione patrimoniale che presenta ricavi che al netto dei costi direttamente imputabili (e quindi ancora al lordo dei costi generali di funzionamento della Cassa) sono assolutamente insufficienti a coprire le spese per indennità di cessazione.
Il risultato negativo previsto per euro 1.321.000,00 per il 2017 sarà invece nella previsione per il 2018 negativo per euro 33.298.000,00 sia per gli esigui ricavi lordi derivanti dalla gestione del patrimonio, (bassissima redditività del patrimonio immobiliare complessivo e diminuzione del reddito della gestione mobiliare (euro 27.337.000,00 nel 2017 e 17.896.000,00 nel 2018) sia per il fortissimo aumento nelle indennità di cessazione previste da euro 27.886.000,00 nel 2017 a euro 51.450.000,00 nel 2018.
La previsione di aumento dell’indennità di cessazione (peraltro inferiore a quella prevista nel Bilancio Attuariale) è causata principalmente dal numero dei beneficiari che avevano avuto in precedenza la rateizzazione dell’indennità e che ora compiono il 75° anno di età, che si aggiungono al normale flusso di uscenti; tuttavia si deve prendere nella massima considerazione e attenzione anche l’altra causa del disavanzo vale a dire la scarsissima redditività del patrimonio.
In base ai dati del consuntivo 2016 (gli ultimi recanti lo stato patrimoniale che comunque non ha subito variazioni significative) la componente immobiliare in proprietà diretta della Cassa, gestita dalla struttura, ammontante ad euro 277.661.000,00 nel bilancio preventivo del 2018 presenta rendimento complessivo (al lordo delle imposte) di euro 9.750.000,00 pari al 3,51% e un rendimento netto di euro 5.133.700,00 pari all’1,88%. La proprietà immobiliare c.d. indiretta della Cassa investita in fondi immobiliari (che nel bilancio sono classificati nella gestione mobiliare, per un valore ammontante al 31/12/2016 ad euro 467.368.200,00) produce invece un reddito pari a zero o addirittura negativo se si considerano i costi direttamente imputabili.
Il rendimento netto della proprietà immobiliare complessiva della Cassa, sia diretta che indiretta, ammontante nel complesso ad euro 745.029.000,00 è pertanto pari allo 0,68%.
La situazione non pare migliorata né nelle proiezioni del 2017 né nelle previsioni 2018.
E’ assolutamente necessario intervenire su tale settore e monitorare le gestioni dei fondi immobiliari delle quali non vi è alcuna illustrazione o menzione né nella relazione al bilancio né nella nota integrativa allo stesso.
Non vi è alcun riferimento ai dati dei rendiconti semestrali e della relazione annuale della gestione dei fondi che a termini di regolamento della Banca d’Italia devono essere redatti, pubblicati e inviati agli investitori né a eventuali atti di ispezione e vigilanza della autorità di controllo sulle rispettive S.g.r..
Sarebbe opportuno che almeno i dati riassuntivi dei rendiconti fossero riportati nei bilanci della Cassa.
Non si comprende pertanto di fronte a tale situazione l’ulteriore apporto ai fondi immobiliari (sempre i medesimi) effettuato nel 2017.
E’ necessario che in tempi brevi si valuti l’opportunità di mantenere la gestione dei fondi alle medesime S.g.r. e se non sia invece necessario riaffidare ad altre S.g.r. ,
secondo le modalità di legge, la gestione dei suddetti fondi, ovvero ricercare soluzioni percorribili per far recuperare alla Cassa la proprietà e la gestione degli immobili o direttamente o attraverso una società immobiliare.
La diminuzione di valore degli immobili apportati ai fondi non può giustificare l’ azzeramento dei redditi che gli immobili locati continuano a produrre.
Il patrimonio mobiliare produttivo di reddito (con esclusione dei fondi immobiliari) secondo i dati del 2016 ammonta a euro 621.396.946,00 e nella previsione 2018 sono indicati redditi netti per euro 13.017.500,00 pari al 2,09% (nel 2017, secondo l’ultima proiezione, i redditi netti ammontano ad euro 21.850.305 pari al 3,52% considerando le eccedenze realizzate).
Non si comprende perché nel bilancio di previsione 2018 i rendimenti siano stati previsti in diminuzione, sia pure al netto di disinvestimenti, con la motivazione: “I dividendi e i proventi di fondi di investimento e gestioni patrimoniali, che si riferiscono all’operatività delegata ai gestori esterni (sono) difficilmente prevedibili nei risultati.” (Pag. 31 Bilancio di previsione 2018).
Idati di proiezione e i dati previsione sono comunque assai modesti rispetto agli andamenti dei mercati sia italiano che europei: nel corso dell’anno 2017 come è noto tutte le principali borse mondiali hanno registrato importanti rialzi e non pare che ad oggi vi siano segnali di rallentamento.
La Borsa di Milano ha chiuso il 2017 con +13,6%, Francoforte con 12,5%, Parigi co 9,3% e Londra +7,6%.L’indice Eurostoxx 600 con +7,7%.
Pare poi opportuno nel rispetto delle indicazioni dell’ ALM aumentare gli investimenti azionari, che possono aumentare la redditività a fronte dei bassissimi interessi percepiti dalle banche, impiegando una parte di liquidità che è stata mantenuta nel 2017 in depositi bancari e che è sovradimensionata rispetto alle esigenze finanziarie per le prestazioni e il funzionamento della Cassa.
L’aumento della redditività del patrimonio è un’esigenza imprescindibile perché diversamente anche i risultati positivi derivanti dall’aumento della contribuzione e dal saldo della gestione previdenziale rischiano di essere ridotti o vanificati, considerando che già ora sono destinati in misura consistente ad aumento fondi rischi e di ammortamento per la svalutazione degli immobili.
Comunico infine che I’ISTAT ha reso noto che l’Indice per la perequazione delle pensioni per il 2017 è stato stabilito nell’l,!% e che pertanto I’ASNNIP presenterà al Consiglio della Cassa domanda per la perequazione nel prossimo mese di Aprile.
Roma, 7 febbraio 2018
Il Presidente ASNNIP
Paolo PEDRAZZOLI
2018_02_07_consuntivi_e_previsioni_nella_gestione_della_cassa.pdf