(Fondatore Dott. Antonino Guidotti – Direttore Avv. Alessandro Guidotti
In questo numero
Verbale Assemblea 2013
Lettera del Presidente Asnnip al Presidente Cassa – maggio 2013
Caro Presidente,
desidero farti partecipe di alcune mie considerazioni in ordine all’adeguamento del nostro trattamento pensionistico, tema che, a nonna di regolamento, dovrà essere affrontato entro il corrente mese di maggio. Non ti nascondo la mia viva preoccupazione per l’orientamento che codesto Consiglio intenderà assumere in proposito, soprattutto a seguito della modifica, recentemente deliberata, del terzo comma dell’art. 22 per la quale, come ricorderai, ho già avuto modo di manifestarti la mia più netta contrarietà.
La nuova formulazione di tale comma ha posto, infatti, ulteriori pesanti limitazioni, in aggiunta a quelle già in precedenza deliberate, alla perequazione pensionistica che dovrebbe essere effettuata a nostro favore ogni anno, a norma del comma 1 del sopra citato articolo 22, in funzione dell’aumento degli indici ISTAT.
Come noto, già nei due anni passati nessun aumento è stato deliberato da codesto Consiglio (risalendo l’ultima rivalutazione all’ormai lontano luglio 2010) anche se l’innalzamento degli indici presi a base del calcolo l’avrebbe ogni volta ampiamente giustificata. A maggior ragione, dunque, se ne dovrebbe tener conto quest’anno, considerato che l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, dal mese di luglio 2010 al mese di marzo 2012, è salito di ben 6,7 punti percentuali. Di fatto, quindi, le nostre pensioni hanno subito dal luglio 2010 ad oggi, in termini di potere di acquisto, una riduzione del 6,7 %.
A questa decurtazione, già di per sé assai consistente, si aggiunge poi il prelievo fiscale del 6% sulla parte di pensione eccedente i 90.000 euro lordi annui (il c.d. contributo di perequazione, introdotto dell’ari. 1, comma 22 bis, D.L. 6-7-2011 n. 29), la cui applicazione, guarda caso, grazie ad un tempestivo e puntuale ricorso alla Corte Costituzionale, frutto di una brillante iniziativa che non mi risulta essere stata presa in considerazione dalla nostra Cassa di Previdenza, è stata miracolosamente sospesa per i magistrati a riposo, in attesa di una pronuncia che, molto probabilmente, sarà loro favorevole.
Mi preme ricordarti che la polizza sanitaria, a suo tempo istituita con lo scopo precipuo di agevolare i più deboli tra di noi, e quindi essenzialmente nell’interesse dei notai a riposo, rappresentava, di fatto, grazie alla sua generosa ed estesa copertura assicurativa, un’integrazione della pensione. Devo purtroppo farti presente, anche a seguito delle numerosissime lamentele ricevute dai colleghi, che questa funzione integrativa è stata pesantemente intaccata dalle franchigie e limitazioni introdotte dalla nuova polizza. Infatti, molti di noi sì sono trovati improvvisamente ed inopinatamente a dover affrontare esborsi assai consistenti per cure, visite specialistiche e ricoveri nell’ordine di diverse migliaia di euro, in precedenza coperti dalla polizza. Queste modifiche peggiorative incideranno dunque in misura rilevante con ulteriori, pesanti sacrifici economici sul bilancio dei notai a riposo e dei loro familiari, per la maggior parte dei quali la pensione rappresenta l’unica fonte di sostentamento, che verrà assottigliata ogni volta che essi dovranno affrontare questo tipo di spesa.
L’ultima stangata, come ben sai, l’abbiamo ricevuta ad inizio d’anno quando, senza alcun preavviso né comunicazione di sorta da parte della Cassa, e quindi con grande disorientamento dell’intera categoria dei pensionati (e della stessa A.S.N.N.I.P. che non sapeva cosa rispondere alle numerose chiamate in proposito, non avendo alcun tipo d’informazione) abbiamo subito un altro taglio alle nostre già bistrattate pensioni. Solo successivamente e a seguito di nostre indagini, abbiamo scoperto che ci era stata applicata, senza alcuna preventiva consultazione e con una scelta, a nostro avviso opinabile, una ritenuta fiscale sul c.d. benefit rappresentato dal versamento del premio assicurativo a Unisalute da parte della Cassa. Quindi la polizza assicurativa, che ci era stata sempre presentata come “un regalo” da pane della Cassa, si è rivelata un regalo a metà, un omaggio oneroso se non addirittura insidioso, considerato che un prelievo così rilevante ne ha ridotto sostanzialmente la valenza. Ci chiediamo anzi se, avendone cognizione in precedenza non sarebbe stato il caso dì studiare, in sede di predisposizione della polizza, soluzioni diverse e meno onerose per tutti.
Auspico fortemente, a questo proposito, che la nuova consiliatura dedichi particolare impegno a questo problema che per noi pensionati è di vitale importanza. Sono consapevole delle difficoltà economiche che tutti i notai, in esercizio e a riposo, come del resto tutta la popolazione italiana, stanno attraversando in questo periodo, e ritengo giusto e doveroso che ognuno di noi debba sopportare la sua dose di sacrifici. Ma io credo che di sacrifici, come mi sembra di averti dimostrato, i notai pensionati ne abbiano già sopportati abbastanza.
Se qualcosa deve essere sacrificato in questo momento nella nostra Cassa, questo qualcosa non può essere rappresentato da quello che costituisce il compito primario ed inderogabile del nostro Ente previdenziale, e che ne giustifica l’esistenza, cioè il trattamento pensionistico a favore dei notai e del loro ristretto nucleo familiare (fatta salva, a questo proposito, la doverosa correzione, in parte già attuata da codesto Consiglio, di quelle storture che provocano ingiustificati privilegi e favore di alcuni, con danno pensionistico talvolta assai rilevante per tutti gli altri). Non appare invece concepibile, come ebbi già a dirti, che a fronte di un congelamento delle pensioni e addirittura di un loro ridimensionamento di fatto, a seguito delle decurtazioni sopra accennate, codesto Consiglio insista nel mantenere in vita certe prestazioni assistenziali del tutto sussidiarie (quali borse di studio e contributi di apertura studio ecc.) che, se una volta potevano rappresentare il fiore all’occhiello per la nostra categoria, nell’attuale clima di austerity si traducono in ingiustificati privilegi, la cui eliminazione verrebbe apprezzata anche all’esterno, non solo e non tanto per motivi di risparmio (che pure sarebbe dì non trascurabile entità), ma anche come importante positivo segnale di ritrovata austerità e di rinnovamento nel rigore.
A conclusione della mia lettera, mi permetto ricordarti che, pur in presenza di tutte le limitazioni perequative introdotte dalle recenti modifiche regolamentari, l’ultimo comma dell’art. 22 lascia tuttora aperta la facoltà, per il Consiglio di Amministrazione della Cassa, di “adottare deliberazioni di aumento delle pensioni indipendentemente dalla rivalutazione automatica”.Io credo, dunque, che in questo frangente ci sia spazio per un aumento, sia pure modesto, delle nostre pensioni da troppo tempo ibernate. Una delibera in tal senso da parte del Consiglio avrebbe un forte significato simbolico, perché darebbe il segnale di un inizio di ripresa, ed infonderebbe in tutti noi pensionati positivi sentimenti di speranza, ottimismo e gratitudine per chi ci ha saputo ascoltare.
Ti ringrazio per l’attenzione e ti saluto cordialmente.
dott. Alberto Fornari
Intervento del notaio Renato Campo all’Assemblea dei rappresentanti, a proposito della imponibilità fiscale, in capo ai beneficiari del premio pagato da CNN a fronte della polizza sanitaria