Previdenza e patto generazionale: l’intervento del presidente ASNNIP

Considerazioni del Presidente ASNNIP, notaio Paolo Pedrazzoli, al Convegno “Previdenza e patto generazionale. La Cassa incontra i Notai” organizzato dalla Cassa Nazionale del Notariato e svoltosi lo scorso venerdì 19 maggio 2017 presso Roma Eventi – Centro Congressi Piazza di Spagna – Via Alibert 5/A – Roma.

Le relazioni svolte dai tre professori di matematica finanziaria hanno richiamato i fondamentali di un sistema previdenziale relativo ad una collettività con contribuzione obbligatoria ed i rischi che sui sistemi previdenziali possono gravare sul piano demografico, sul piano finanziario, sul piano del reddito della collettività e sul piano politico­ legislativo.

Hanno anche richiamato i modelli dei sistemi previdenziali adottabili che sono sotto il profilo del finanziamento, quelli a capitalizzazione e a ripartizione e sotto il profilo del calcolo della pensione quelli contributivi o retributivi.

Rispetto a questi sistemi quello adottato dalla Cassa Nazionale del Notariato presenta alcune peculiarità che sono: una base imponibile convenzionale, costituita dal repertorio degli atti – base imponibile che è differente sia dai redditi al lordo delle imposte sia dagli importi dei fatturati delle singole prestazioni – ove sono indicati quelli che un tempo si definivano onorari principali (ed ora sono definiti parametri contributivi).

L’altra peculiarità è l’applicazione del sistema di solidarietà o di mutualità pura che garantisce ad ogni Notaio la medesima pensione a parità di anzianità di servizio a prescindere dai contributi versati nell’esercizio della funzione.

L’iscritto ha diritto ha una prestazione pensionistica definita che implica il raggiungimento di un livello di pensione minimo dopo dieci anni di esercizio di Euro 4.106,86 al quale va poi aggiunto un incremento del 2.7% annuo per tutti gli anni di esercizio.

Il sistema funziona con finanziamento a ripartizione in dipendenza del variare dell’imponibile (per effetto dei differenti cicli economici e, quindi, per il variare del reddito di categoria che nel nostro caso si traduce in una contrazione del numero di atti a repertorio) e implica flessibilità e modificabilità dell’aliquota contributiva. Per provvedere al pagamento delle pensioni nei cicli positivi si può ridurre l’aliquota contributiva mentre in quelli negativi si deve innalzarla.

Ho precisato che il nostro sistema funziona a ripartizione, cioè con pagamento delle pensioni attuato tramite i contributi versati (e in parte con redditi di patrimonio) e voglio evidenziare che questo metodo di finanziamento è oggi applicato sia nel sistema previdenziale nazionale sia nel sistema delle casse di previdenza dei professionisti, qualunque sia il metodo di calcolo delle pensioni sia esso retributivo o contributivo.

Il flusso finanziario dei contributi obbligatori dei soggetti attivi garantisce il pagamento delle pensioni.

Nel caso specifico nostro il sistema garantisce una tempestività ed una precisione nella contribuzione che non ha eguali nelle altre Casse Professionali.

Ho fatto questa precisazione, e qui affronto l’altro tema “il patto generazionale”, per evidenziare che il c.d. patto generazionale è elemento costante ed essenziale di tutti sistemi previdenziali di collettività siano esse più o meno ampie.

Vorrei quindi chiarire al fine di evitare all’interno del Notariato il sorgere di contrapposizioni tra gli iscritti alla Cassa pensionati e gli iscritti alla Cassa giovani che il patto generazionale che comporta l’obbligo, per chi è in esercizio, di versare i contributi per provvedere al pagamento delle pensioni di chi a sua volta ha provveduto al pagamento delle pensioni delle generazioni precedenti, non è un elemento costitutivo esclusivo del nostro sistema solidaristico ma è elemento costante di tutti i sistemi previdenziali collettivi obbligatori siano essi retributivi siano essi contributivi.

Dico questo perché a volte sembra di percepire, da parte di chi è critico verso il patto generazionale, che il passaggio a sistemi diversi dal nostro eliminerebbe o attenuerebbe il peso del patto generazionale.

Ciò non è vero.

In merito al patto generazionale faccio anche queste considerazioni: (parte non esposta alla tavola rotonda)

– Ai Giovani Notai vorrei dire anche che il nostro sistema garantisce dopo dieci anni un livello minimo di calcolo della pensione che sarebbe, soprattutto oggi, immaginabile ove si volesse cambiare il sistema.

Né si può trascurare l’altro aspetto fondamentale del nostro sistema cui ho già accennato che è la sua flessibilità che gli permette in relazione all’andamento economico e quindi reddituale per la categoria di elevare le aliquote contributive nell’ipotesi di abbassamento dei redditi e di ridurle nel ciclo più favorevole (è già avvenuto in passato).

– A questo si aggiunga che la perequazione delle pensioni è applicata da qualche anno con criteri molto restrittivi; ne è prova il blocco delle pensioni che perdura da sei anni che è un ulteriore elemento equilibrio nei rapporti tra generazioni.

– Il patto generazionale che comporta nelle diverse fasi della vita del Notaio prima obblighi e poi diritti a prestazioni deve tuttavia essere interpretato e applicato mettendo i giovani notai nelle migliori condizioni per poter svolgere la funzione tenendo conto delle difficoltà di inserimento e di quelle legate a situazioni di cicli economici negativi. Dobbiamo riconsiderare tutte le misure atte a raggiungere questo scopo quali un adeguato contributo di apertura dello studio e un adeguato sostegno nella integrazione dei guadagni.

Faccio rilevare che a oggi l’unico grosso problema per l’equilibrio del sistema è rappresentato dal rischio legislativo dell’approvazione del DDL Concorrenza che come è noto ha ottenuto la fiducia al Senato e ha apportato una modifica dell’art. 4 della Legge Notarile prevedendo che la revisione della tabella avvenga con l’abolizione di ogni criterio economico e la previsione di un Notaio ogni 5.000 abitanti.

Questo rapporto unito alla mancanza di tariffa sarebbe esiziale per il Notariato che si troverebbe a dover affrontare una restrizione fortissima della propria redditività e una inevitabile revisione del proprio sistema previdenziale.

Per questo ritengo che oggi vi sia soprattutto necessità di un nuovo patto generazionale che veda i Notai di ogni generazione uniti nel richiedere ai propri organi istituzionali che hanno la rappresentanza politica di fare tutto ciò che è ancora possibile per evitare che il DDL Concorrenza sia approvato nella attuale formulazione.

Paolo PEDRAZZOLI

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