Reazioni all’abrogazione dell’art. 28: i notai sono più forti del Parlamento

La lobby più potente in Italia è quella dei notai. Molto più potente, per rendere l’idea, dell’intero Parlamento che pure è stato eletto democraticamente attraverso libere elezioni. E non dico per dire. Ma è un dato di fatto. Ogni volta che il Parlamento approva una legge che estende minime prerogative dei notai ad altre categorie di laureati non meno prestigiose, come gli avvocati e i dottori commercialisti, di lì a poco (parlo di giorni) il Parlamento stesso deve rimangiarsi il provvedimento. Parlo del frazionamento di società e, adesso, della vendita di capannoni (capannoni, dico!) con un valore non superiore a 100 mila euro (ripeto: 100 mila euro). In entrambi i casi (un paio di anni fa il primo; e pochi giorni fa il secondo) il Parlamento, incurante della figura da babbeo che faceva, prima ha approvato la legge o poi l’ha pubblicamente cassata. Sim, salah, bim! Ops, tutto è fatto.Tutto come prima. Era solo un scherzo di quei mattacchioni dei parlamentari. Altro che triplice sindacale. Il potere di interdizione dei notai non ha pari. La dovrebbe farsi spiegare dai notai stessi come fanno. Se glielo dicono, il Jobs Act viene ritirato in una settimana. Altro che scioperi generali costosissimi ed inconcludenti!

F.to Manlio D’Ambrosio

Italia Oggi 11.8.2015 – Rubrica: Lettere